Si può parlare di diritti e doveri a 12 anni? Cosa posso fare io a 12 anni? Quali diritti e quali doveri ho alla mia età? E’ sempre stato così? Quali sono le mie responsabilità?

Sono questi i temi affrontati con le classi seconde della scuola media P. Antonibon di Nove (VI). L’intervento, realizzato in collaborazione con l’associazione Legalmente Minore di cui faccio parte, la cooperativa Adelante di Bassano del Grappa  e il Comune di Nove, si sviluppa all’interno del progetto “Grammatiche di cittadinanza” che ha come scopo quello di promuovere il senso di appartenenza alla comunità e il senso civico.

Questo è il quarto anno di progetto e la coordinatrice della scuola media P. Antonibon riferisce che si vedono gli effetti di questi interventi nei comportamenti dei ragazzi. Bella soddisfazione!

I ragazzi iniziano con un gioco: a causa di un atterraggio di emergenza di una navicella spaziale sulla quale sono saliti, i passeggeri si trovano catapultati in un Pianeta incontaminato, mai abitato dall’uomo. Per sopravvivere dovranno darsi delle regole, dividersi i compiti e i ruoli, trovare una forma di governo. 

È bello vedere come spontaneamente c’è chi realizza una dittatura e chi una democrazia, chi è capo e chi gregario, chi individua diritti e doveri, addirittura chi pensa al potere giudiziario per far rispettare le regole e individua pene severissime in caso di loro violazione.

Ragioniamo con loro, partendo dalla rivoluzione francese e americana, dalle prime Carte costituzionali. I ragazzi hanno tantissime conoscenze e competenze e, se lasciati liberi di immaginare, immaginano mondi interessanti.

Nella seconda parte, i ragazzi sono divisi in gruppi e ad ognuno viene consegnata una traccia diversa.

Eccone un esempio: 

“ Durante la ricreazione Carlo e Mario vanno in bagno e vedono Luca e Giovanni con un pennarello in mano in atteggiamenti sospetti….

Fanno finta di non vedere, si lavano le mani ed escono dal bagno.

Poco dopo entra nel bagno dei maschi il bidello per le ordinarie pulizie e vede le scritte sui muri. 

Le scritte sono offensive e volgari e prendono in giro una ragazza della scuola 

Il bidello ….”

La traccia è aperta, al gruppo spetta di immaginare uno svolgimento e un finale ed è sempre curioso vedere come ogni classe trovi soluzioni diverse alla stessa situazione.

I ragazzi fanno una piccola rappresentazione molto divertente e generativa al confronto. 

Quest’anno una classe ha rappresentato quella che in termini tecnici si chiama “mediazione penale”, hanno cioè sentito il bisogno di chiedere scusa e di riparare il danno arrecato, ottimo esempio di giustizia riparativa.

Un grazie speciale alla mia compagna di viaggio, la collega Nicoletta Pan e alla scuola media di Nove che, anche in questo anno difficile, ha creduto nei progetti e negli interventi esterni convinta che la formazione dell’alunno passi anche per la formazione del futuro cittadino.

Grazie ai ragazzi che si sono messi in gioco: esco sempre arricchita da questi interventi!

Al prossimo anno

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